Il primo Monster fu presentato quasi ventidue anni fa a Colonia e, da allora, non sembra ancora esser calato il sipario sulla naked di Borgo Panigale. Per le generazioni passate ha rappresentato un traguardo, un vero e proprio status symbol capace di scatenare emozioni e appartenenza fino ad allora mai provate.
In 20 anni di Monster, Ducati, dal punto di vista del comparto Racing, ha vinto tutto, dai campionati SuperBike più e più volte al tanto ambito titolo mondiale in MotoGP a 5 anni dall’esordio, nel 2007 con Casey Stoner.
Novità.
Il nuovo Monster 1200, presentato all’EICMA di Milano quest’inverno, ha immediatamente portato all’occhio dell’esperto un carattere essenziale e oggi non più presente, cioè il traliccio a tubi. Pur se presente in minima parte, esso non adempie più alla funzione tradizionale di telaio completo che collega la forcella anteriore alla posteriore, ma il motore è portante come sulla Panigale con quel che resta del traliccio a tubi collegato alle testate e con il forcellone monobraccio in alluminio fissato al carter.
Le soluzione tecniche adottate dalla casa bolognese sono, come sempre, al top di gamma: pinze monoblocco Brembo M4 radiali a 4 pistoncini che baciano 2 dischi semiflottanti anteriori da 320mm (in pratica così come sulla Panigale!), al posteriore pinza flottante a 2 pistoncini e disco da 245mm, forcelle ovviamente a steli rovesciati da 43mm e completamente regolabili e al posteriore mono-ammortizzatore anch’esso regolabile.
L’ABS è di serie sia per la versione base, provata nel nostro test, sia per la 1200S.
Il peso a secco della moto è in linea con le concorrenti: 182 kg che diventano in ordine di marcia 209; in realtà, nonostante il peso, la sella bassa e regolabile e la posizione di guida “nella” moto e non “sulla” moto, garantiscono una distribuzione dei pesi anche da fermi che non vi farà soffrire le pene dell’inferno per spostarla a motore spento.
Parlando del motore, ovviamente si tratta di un bicilindrico a L da 1198cc Testastretta a 11° con distribuzione Desmodromica 4 valvole per cilindro e, chiusa l’era del raffreddamento ad aria, ora è a liquido! La potenza dichiarata è di 135 CV a 8.750 giri/min con una coppia di 118 nM a 7.250 giri/min . Il cambio è a 6 rapporti e dispone della frizione anti-saltellamento.
I cerchi, da 17, sono a 10 razze distanziate a coppia e montano di serie i Pirelli Diablo Rosso II. Così come su le altre neonate maxi-naked (1290 SuperDuke R e S1000R), al posteriore c’è un poderoso e sicuro 190/55!
Il comparto elettronico del Monster è ricco. Come già detto, l’ABS Bosch è di serie ed è regolabile insieme al DTC (Ducati Traction Control) e alla potenza del motore. Le mappature preregolate sono 3: Sport, Touring e Urban, ma è possibile modificarle.
La Urban taglia la potenza del motore a 100 CV e sembra di guidare realmente un’altra moto…
La Touring, in base alla percorrenza che avremo, può tornare utile per guidare in rilassatezza considerando che l’ABS è invasivo ma molto più di lui il DTC che taglia di netto la potenza se siete ancora un po’ piegatini… Ve ne accorgerete subito.
La mappatura Sport non è per esperti ma semplicemente per chi, con un po’ di esperienza, sostituisce all’elettronica una funzione di controllo migliore, cioè il cervello!
Riprendendo il discorso sulle mappature, abbiamo affrontato col nuovo Monster tutti i tipi di strada. Inizialmente, in città, ci è bastato veramente poco abituarci alla posizione in sella (pur essendoci tester sopra il metro e ottanta). Le leve anteriori sono regolabili e la posizione delle pedane è ottimale anche se la curva del collettore, stilisticamente molto bella, in città scalda e dà un po’ fastidio.
Selezionata la mappatura Urban ci siamo resi conto che, in caso di pioggia o rilassatezza crocieristica, può essere utile su pavè e buche (quindi spesso!!!) anche se il mono e la forcella assorbono veramente bene le asperità (non ce lo aspettavamo, o quanto meno poteva esser prevedibile, al contrario, un pompaggio in curve ad alte velocità e invece…).
Siamo in Autostrada, pur dovendo stare attenti a eguali asperità del manto stradale, (si, anche in autostrada!) selezionata la mappa Touring, il Monster scorre via veloce col suo suono cattivo agli alti ma mai acuto e per questo così affascinante!
Il tratto di test ottimale sono i percorsi misti e per questo abbiamo portato la maxi-naked di Borgo Panigale lungo le linee impervie della Costiera Amalfitana.
Il nostro itinerario ha previsto come meta finale Maiori, borgo etrusco che, insieme ad Amalfi, l’UNESCO ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Sarebbe stato impossibile non fermarsi per una pausa caffè e godersi il panorama che, con piacere, condividiamo con voi!
Volutamente, i primi tratti sono stati affrontati con la mappa Touring per carpirne la reale differenza soprattutto in percorsi misti con curve strette e brevi accelerazioni… Bene, come prima il DTC è terribilmente invasivo ma non ve ne renderete conto se non sposterete il selettore su Sport.
Il Monster si trasforma, l’erogazione diventa “coerente” al vostro polso (pur utilizzando un sistema Ride by wire). Decisamente più piacevole da guidare perché dà la giusta potenza nell’esatto momento in cui siete voi stessi a richiederla ed è realmente l’unico modo per apprezzarne la reattività. O da bicilindrico vorreste trasformarlo in un 4 in linea?!
Il Ducati Traction Control con questo non vuol dire che risulti inutile, lo è in una guida più che inesperta forse disattenta e imprudente, ma l’unico traction control che abbiamo preferito utilizzare era ben protetto dai caschi! Arrivare alla fine di brevi accelerazioni e non pregare, ecco cosa vuol dire Brembo.
La forcella anteriore non affonda e tiene bene in entrata, forse è migliorabile la percorrenza in curva che non trasmette molta aderenza anche se è possibile raggiungere il punto di corda ancora con i freni “accarezzati”, mai esagerando altrimenti non c’è DTC che tenga!
Per quanto riguarda il mono posteriore, notando la funzionalità in città, ci aspettavamo di soffrire in uscita e in percorrenza di curva, ma non è stato così, tiene bene, non pompa pur volendo sempre aprire un po’ prima del dovuto e a moto ancora piegata… Ovviamente se non la fate arrabbiare!
Il nuovo Ducati Monster 1200 in quarta marcia, tra i seimila e i settemila giri, urla ed ha un’accelerazione violenta, bisognare realmente tenersi aggrappati al manubrio ma non c’è sensazione più bella di una perfetta stabilità con il casco giù sul serbatoio grande e in linea con la prima nata nel ‘93. L’aria, è una naked, inutile prenderci in giro, vi travolge ma è contro essa stessa che affrontate la lotta più difficile perché il Monster continuerà a trascinarvi senza paura intonando una voce sempre più dura, greve, forte e un po’ “ignorante”.
Pur avendo percorso circa 170 km sempre in coppia, un pieno è bastato.
Un neo che non abbiamo potuto fare a meno di rilevare è l’assenza di un livello del carburante, non che sia di fondamentale importanza, ma considerato il prezzo della moto e l’operatività del quadro strumenti che è in pratica un TFT a colori pieno di informazioni… non sarebbe stato un problema. Punto a favore invece per quel che riguarda il quadro: cambia colore da sfondo bianco/caratteri neri a sfondo nero/caratteri bianchi quando la luminosità si abbassa (gallerie o in notturna).
In definitiva il nuovo Ducati Monster 1200 è una moto per tutti, ma non per tutti i portafogli. E’ cara, 13.490 Euro f.c., ma molto meno della concorrenza austriaca e tedesca senza dubbio.
Fa divertire, è un’ottima compagna di viaggio (intervalli di manutenzione a 30.000km) e può essere tranquillamente utilizzata in pista (magari più brevi e miste data la reattività del bicilindrico 1200).
Potete farci quello che volete col nuovo Monster tranne che chiamarlo al femminile, “il” Monster, non “la” Monster!
– Test Rider: Marco Sales
– Foto: Marco Sales
– Prova: Ducati Monster 1200
– Tour: Maiori (SA)
– Collaborazione: Concessionaria TWINS Srl
La moto da noi testata è disponibile per i test drive presso la concessionaria TWINS di Napoli sita in Via Nuova Poggioreale, 57/58 http://twinsmotorbroker.com/