La Supersportiva di casa KTM, ormai non è più una novità, ma siamo andati tra le curve del Misano World Circuit a testare come si comporta l’ultima versione dell’affascinante austriaca.
Scheda tecnica:
Motore bicilindrico a V di 75°, 1195cc, alesaggio 105mm e corsa 69mm, eroga 129kw (175cv), cambio a 6 marce e frizione a bagno d’olio comandata idraulicamente.
Telaio a traliccio in acciaio a cromo molibdeno, accompagnato da sospensioni WP pluriregolabili e con 120mm di corsa, i freni anteriori vantano 2 dischi da 320mm morsi dalle potenti pinze brembo a 4 pistoni, il disco posteriore misura 220mm, l’RC8r ha un interasse di 1425mm e soli 23.3° di inclinazione del cannotto di sterzo, il serbatoio contiene 16.5 L e il peso dichiarato è di 184kg, quindi ha tutte le carte in regola per regalare un sacco di emozioni tra i cordoli.
IL TEST
In sella la posizione è carica in avanti, le pedane non sono troppo alte e la cosa che si nota molto è la snellezza di questa moto, le ginocchia trovano un comodo alloggio e tutto sembra fatto per permettere al pilota di muoversi agilmente in sella.
Il cambio è morbido e preciso, la rapportatura adeguata consente buone accelerazioni alla moto sebbene il motore non sia il più potente in circolazione, mancanza che non si sentirebbe se non fosse che le supersportive si confrontano con le proprie concorrenti sulle prestazioni.
La frenata è da riferimento, non solo per la potenza che esprime l’impianto, ma anche e soprattutto per una ciclistica che riesce a sfruttarla alla grande mantenendo la moto estremamente composta. Avremmo gradito ritrovare anche qui la splendida frizione antisaltellamento che al momento KTM ha riservato solo alla SuperdukeR, ma non tanto per una questione prestazionale ma per il puro piacere di guida.
l’Inserimento è fulmineo, tanto da lasciare spiazzato e richiedere un po’ di confidenza prima di fidarsi totalmente, aggredisce la corda andando con naturalezza ad inclinazioni che nemmeno ti aspetti, questo diventa rapidamente il più grande pregio di questa moto e la rende estremamente adrenalinica.
La percorrenza di conseguenza è il suo punto di forza, richiede di ritarare i propri parametri e di fidarsi molto delle gomme, fatto questo, sa dare velocità di scorrimento estranee alla maggior parte delle sportive di grossa cilindrata anche di ultima generazione.
Il conto arriva quandi si deve aprire il gas, tale velocità e facilità di piega porta ad aprire l’acceleratore con la moto ancora molto inclinata ma l’RC8 sembra non gradire la situazione e porta talvolta a evidenti perdite di aderenza del posteriore, sinceramente ci resta il dubbio che le Bridgestone S20 della nostra moto non fossero proprio l’ideale per i ritmi che la RC8R consente tra i cordoli e che queste siano state il reale limite.
In questa fase di accelerazione non viene in aiuto il controllo di trazione perchè non ne è dotata e anche qui è un vero dispiacere perchè anche in questo caso KTM con la sorella nuda ha dimostrato di saperlo fare e pure bene quindi basterebbe trasferire anche alla supersportiva le tecnologie acquisite fino ad oggi, ma probabilmente la crisi totale di vendite tra le supersportive ha scoraggiato la casa austiaca ad investire ulteriormente.
In conclusione, la Rc8R è una moto matura, ben fatta e che sa dare delle emozioni eccezzionali, sente un po’ il peso degli anni ma dimostra chiaramente di avere ancora un grosso potenziale da esprimere con una ciclistica che in molti aspetti è da riferimento assoluto ma che richiede un nuovo step evolutivo per essere ancora più prestante ed efficace.
– Test Rider: Mauro Vendramini
– Prova: KTM RC8R
– Circuito: Misano World Circuit Marco Simoncelli
– Evento: TNT Track n’Test