Il 12 giugno scorso si è riunita a Barcellona la Commissione Superbike per delineare il nuovo regolamento tecnico 2015 per il campionato per derivate dalla serie.
Come già ampiamente anticipato nei mesi scorsi, è stata confermata la definitiva uscita di scena delle full Superbike per fare spazio alle sole moto in configurazione EVO.
L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre drasticamente i costi; il nuovo regolamento si ispira in parte a quello già in vigore nel BSB e nell’Endurance, in pratica una via di mezzo tra la “vecchia” SBK e le Superstock 1000.
Ma cosa cambia?
Una prima importante novità si avrà in materia di compensazione delle prestazioni, argomento che interessa particolarmente la Ducati; la regola non agirà più sul peso ma solo sulle dimensioni degli air-restrictors.
Le novità più importanti riguarderanno motore ed elettronica: il numero massimo di motori utilizzabili sarà equivalente alla metà degli appuntamenti del Mondiale, quindi, in caso di campionato con 15-16 gare, il tetto resterebbe a otto come quello attuale.
Per quanto riguarda l’elettronica, ai costruttori sarà permesso di continuare a sviluppare le proprie soluzioni, ma queste dovranno essere rese disponibili per tutti i team privati tramite il cosiddetto “Superbike Kit System, ” (SKS). I punti importanti a riguardo sono i seguenti:
- Ogni costruttore dovrà indicare a inizio stagione una sola centralina
- Il prezzo del ‘Superbike Kit System’ a disposizione di tutte le squadre del Mondiale Superbike avrà un costo massimo di 8.000 €
- Solo le centraline (ECU) approvate potranno essere utilizzate in combinazione con gli SKS
- I costruttori sono obbligati a condividere i software con i team privati, con aggiornamenti di sistema previsti tre volte l’anno
- L’SKS deve includere tutte le parti elettroniche non-standard necessarie affinché il sistema sia pienamente operativo (tranne il cablaggio)
- Sarà comunque consentito l’utilizzo del kit Superstock (come nel caso delle EVO attuali) per incoraggiare la partecipazione di wild-car.
E’ stata fatta chiarezza anche sul sistema di Superbike Kit System che Honda e Kawasaki adottano da diverse stagioni pur non essendo montato sui rispettivi modelli stradali omologati. Dal prossimo anno le due Case avranno l’obbligo di fornire ai loro team privati il medesimo sistema a un costo massimo di 2.500 euro, mentre dal 2017 il sistema potrà essere utilizzato in Superbike solo se montato anche sul modello stradale.
Per motivi di sicurezza, solo la casa costruttrice o un unico fornitore appositamente designato potranno fornire il kit Ride-By-Wire (RBW).
Per quanto riguarda il telaio, che già ora è di serie sia per le full superbike che per le EVO, verranno eliminate dal prossimo anno tutte le tolleranze di misurazione consentite finora. Le verifiche tecniche saranno gestite direttamente dalla DORNA e saranno molto più severe. Saranno permessi solo rinforzi a telaio e forcellone.
MOTORE: valvole, pistoni e la maggior parte dei componenti principali del motore (carter) devono rimanere di serie; anche l’airbox dovrà essere quello di serie. Queste, schematicamente, le novità più rilevanti:
– Gli alberi a camme saranno liberi
– Saranno consentite le modifiche alle teste dei cilindri, ma senza saldature
– Le bielle possono essere sostituite, ma il loro peso deve restare quello standard
– Sarà ammessa una sola rapportatura del cambio per l’intera stagione.
CONSIDERAZIONI
Penso che il regolamento rappresenti un buon compromesso.
Tirando le somme, calmierare i prezzi di elettronica e ride-by-wire servirà principalmente ad evitare costi troppo alti.
Ovviamente questo regolamento ha trovato sia consensi sia dissensi.
In un paio di aspetti il nuovo regolamento sembra essere favorevole alla Ducati, in particolare il divieto di cambiare i rapporti del cambio perché avvantaggiata dalla erogazione di coppia più generosa. Un altro piccolo vantaggio riguarda le bielle che nella Ducati sono in titanio già nel prodotto di serie.
D’altro canto i motori che hanno bisogno di qualche modifica in più (come quello di Aprilia) per tirare fuori la potenza avranno ancora un minimo di spazio per il tuning.
In Ducati si sono detti contenti soprattutto di quella parte del regolamento che dichiara che le prestazioni tra bicilindrici e quadricilindrici non verranno più regolate tramite peso ma solo tramite Air Restrictor. Tra i “meno contenti” troviamo proprio Aprilia, che non ha visto di buon occhio concessioni come quella del ride-by-wire.
Si direbbe che finalmente la Superbike abbia fatto un passo nella giusta direzione.
Da una decina di anni le SBK si erano allontanate troppo dal concetto di base, cioè confrontare in pista le maximoto in vendita nei negozi.
Le nuove regole ridurranno la differenza tra team ufficiali e privati, dando libero sfogo alla fantasia dei “preparatori”.
Il regolamento lascia comunque aperta qualche porta ai reparti corse delle case produttrici; infatti sarà ancora possibile fare sviluppo software e quindi l’esperienza fatta nelle corse continuerà ad essere disponibile per il travaso sulle moto di produzione.
Un aspetto fondamentale per le case produttrici.
La Superbike dunque tornerà ad essere il principale banco di prova per il prodotto, molto più della MotoGP dove si utilizzano soluzioni troppo costose e ancora troppo sofisticate per essere applicate su mezzi prodotti su larga scala.