Due giornate di divertimento presso il Misano World Circuit “Marco Simoncelli” con l’organizzazione TNT Track n’Test che ha visto, nelle giornate del 22 e 23 aprile, la bellezza di 230 motociclisti impegnarsi in questo splendido circuito e testare gratuitamente alcune delle moto più belle della gamma stradale di KTM.
Organizzazione di primo livello che si distingue per la divertente animazione e per l’ospitalità, ricca anche la presenza di piloti stranieri e non solo motorizzati KTM, infatti la giornata è aperta a qualsiasi motociclista indipendentemente dai colori e dalla nazionalità delle moto.
In questo contesto ItaliaOnRoad è stata invitata a testare con mano svariate moto della gamma ed in particolare la Super Duke R 1290, la nuda che fin dalla sua presentazione, avvenuta pochi mesi fa, ha scatenato le fantasie della maggior parte degli appassionati, tanto da essere soprannominata “The Beast” (la bestia).
Facciamo un veloce ma doveroso riassunto della scheda tecnica per poi passare a ciò che abbiamo provato in sella.
l motore è un grosso bicilindrico a V di 75°, la cilindrata è di ben 1301 cc ed è capace di erogare 180cv (132kw) a 8870giri, 144Nm di coppia a 6500 giri. E’ dotato di pistoni enormi con 108mm di alesaggio e 71 di corsa accompagnato da un cambio a 6 marce e la frizione antisaltellamento “PASC” azionata idraulicamente, mentre per la gestione motore è dotata di 3 mappature e controllo della trazione.
Il telaio è un traliccio in acciaio al cromomolibdeno, 1482mm di interasse e 24,9° di inclinazione del cannotto di sterzo, la forcella WP a steli rovesciati è regolabile in estensione e compressione con 125mm di corsa, mentre il monoammortizzatore è regolabile in precarico, estensione e compressione alte e basse velocità ed offre alla ruota posteriore 156mm di corsa. i Freni prevedono un doppio disco da 320mm all’anteriore accompagnati da pinze Brembo a 4 pistoni, al posteriore un disco singolo da 240 con pinza a 2 pistoni, il tutto accompagnato da un ABS disinseribile. Il serbatoio contiene 18 litri di carburante e il peso finale è di 189kg.
Le pedane sono abbastanza alte ma non molto arretrate, la posizione ne risulta comoda ma al tempo stesso sufficientemente adatta a domare la moto, il manubrio ha la possibilità di essere regolato facilmente grazie ad una scala serigrafata sullo stesso, le sella gode di un imbottitura soffice e ben rivestita.
La strumentazione in marcia è chiara per quanto concerne l’essenziale, infatti nella parte destra troviamo il contagiri con una classica e sempre chiarissima lancetta, l’indicatore di marcia, il tachimetro, l’indicatore di temperatura e del livello del carburante, a sinistra invece abbiamo un vero e proprio computer che offre tantissime informazioni ma che richiede una certa concentrazione per essere consultato.
Da fermi è possibile modificabile la mappatura del motore, nel nostro contesto la scelta è caduta sulla mappa Sport, l’unica adatta all’ambiente della prova, a queste è associata una specifica taratura del controllo di trazione e dell’ABS, quest’ultimo impostabile anche in modalità “supermoto” per consentire il bloccaggio della sola ruota posteriore, entrambi questi controlli sono comunque disinseribili. L’unica cosa che ci ha un po’ fatto storcere il naso è stata l’impossibilità di personalizzare il setup del controllo di trazione ma una volta partito abbiamo cambiato subito idea.
Nei primi metri apprezziamo la taratura delle sospensioni molto stradale e un erogazione del motore tutt’altro che scorbutica, capiamo presto di essere pieni di pregiudizi verso questa moto, forse per il fatto che tutti la chiamano “la bestia”.
Motore fluido, frizione morbida, seduta comoda, tutto parte nel migliore dei modi nella stradina d’accesso al tracciato, poi dentro, si accelera e arriva una botta di coppia sotto il sedere che sembra poter trainare un autobus. L’anteriore si alleggerisce ma arriva già la prima curva, le macchie d’umido per la pioggia della notte sono ben visibili e poco rassicuranti, specialmente con una moto nuova di pacca e un sacco di occhi puntati addosso. Ci sono tutti gli elementi per guidare tesi come non mai invece ci pensa lei, asseconda ogni pensiero con una facilità disarmante, un carattere docile che mai ti aspetteresti da una moto con questi “numeri”.
Facile, fin che non si apre tutto il gas nasconde totalmente la sua cilindrata, l’iniezione è precisa, non soffre minimamente di “on-off”, segno di un gran lavoro di messa a punto da parte della casa austriaca, tuttavia questa tranquillità e facilità si trasforma rapidamente se si gira l’acceleratore, quest’ultimo ha una piacevole risposta, sembra che la moto capisca non solo quanto ruoti il gas ma anche quanto velocemente lo fai. A livello ciclistico questo si sente, l’anteriore con l’ assetto fornitoci diventa ballerino e ondeggia vistosamente di fronte alle bordate di coppia ma senza mai arrivare a delle risonanze (sbacchettate), probabilmente grazie all’ausilio all’ammortizzatore di sterzo.
Forzando il ritmo ci troviamo una moto estremamente prestante, complice anche un cambio corto e preciso, è in grado di regalare grandi accelerazioni anche se dalle supersportive paga l’assenza di aerodinamica dopo i 200km/h. La trazione è tanta nonostante le sportsmart 2 di serie, sicuramente non le gomme più adatte alla guida spinta tra i cordoli. Bellissimo l’inserimento e la percorrenza che danno l’idea di una moto molto più leggera di quanto si possa immaginare.
La frenata è ottima, modulabile, costante e soprattutto potente, l’ABS non lo si sente proprio entrare in funzione nonostante la forcella in assetto stradale fosse in leggera crisi, la modalità “supermoto” abbinata ad una frizione antisaltellamento che ha dell’incredibile, consente delle derapate spettacolari, basta veramente poco, si pinza il freno posteriore e la moto parte in derapata e come lo si rilascia la ruota si riallinea dolcemente.
Il controllo di Trazione in modalità sport è difficile da sentire, si vede talvolta la spia lampeggiare ma l’intervento è assolutamente discreto, solo un paio di volte è capitato di avere delle vere perdite di aderenza, rientrate rapidamente senza problemi. Sui tratti veloci del circuito invece si avverte un lieve calo della spinta corrispondente alle perdite di trazione dello pneumatico, sicuramente con gomme più adatte ai cordoli la situazione sarebbe addirittura migliorata. E’ stata una piacevole sorpresa e non ci aspettavamo che KTM fosse così avanti nel settore del controllo trazione finalizzato alla performance.
In conclusione, non è una moto nata per fare il record della pista ma consente di andare veramente molto forte. La sua vera indole è quella di provocare piacere, mai prima d’ora ci eravamo divertiti così tanto tra i cordoli con una moto che non fosse una supersportiva, in più lo fa senza affaticare e rendendo facili delle cose che poco prima sembravano impossibili.
I difetti, sicuramente qualche cosa c’è, ad esempio qualche vibrazione di troppo arriva e magari in strada può diventare fastidiosa, oppure delle finiture non proprio da riferimento, la forcella manca della regolazione del precarico, scelta alquanto insolita per delle sospensioni di qualità così elevata, ma nel complesso sono cose che dimentichi immediatamente appena inserisci la marcia!
– Test Rider: Mauro Vendramini
– Prova: KTM 1290 SuperDuke R
– Circuito: Misano World Circuit Marco Simoncelli
– Evento: TNT Track n’Test