Lewis Hamilton vince anche il Gran Premio di Spagna 2014 dopo una gara condotta in testa sin dall’avvio dovendo difendersi solo nel finale dall’assalto di Nico Rosberg.
L’inglese sembra aver raggiunto la sua maturità agonistica e niente sembra poterlo fermare in questa sua marcia trionfale. Forse concederà qualche successo di tappa al compagno di team.
Ottima prestazione di Daniel Ricciardo che sale sul podio, in terza posizione. Alle sue spalle, autore di una prodigiosa rimonta, si piazza Sebastian Vettel: partito 15°, con una strategia a 3 soste, ha passato le Ferrari e la Williams nelle battute finali.
Le Ferrari chiudono con Alonso al sesto posto e al settimo con Raikkonen che subisce l’onta del doppiaggio (e poco mancava che toccasse anche ad Alonso).
Bisogna prendere atto dell’inferiorità della F14 T rispetto a Red Bull in grande crescita, nonostante la motorizzazione Renault, e Williams.
Il grosso guaio della Ferrari è la mancanza di trazione da attribuirsi in parte al telaio e in parte al software che non gestisce in maniera ottimale l’erogazione della power-unit.
Invece la Red Bull, dopo le iniziali defaillance tecniche, oggi è seconda nel mondiale alle spalle del rullo compressore Mercedes dimostrando grandi potenzialità in materia di aerodinamica e di efficienza telaistica.
La Ferrari ormai punta al 2015.
Purtroppo nella storia della Ferrari le lunghe pause non sono una novità: dal 1964 al 1975 (11 anni); dal 1979 al 2000 (21 anni); dal 2007 al …..
Quando Mattiacci avrà completato la sua analisi, quasi certamente tenterà di assicurarsi un motorista (della Mercedes?) specializzato sulla tecnologia dell’ibrido, un aerodinamico dallo staff della Red Bull e poi una figura di vertice, un nuovo Todt.
Adesso il circus si trasferisce a Montecarlo dove, vista la cronica carenza di trazione in uscita dalle curve lente, non possiamo attenderci risultati all’altezza del blasone del Cavallino Rampante e dobbiamo rassegnarci ad attendere la versione B della F14T, annunciata per Montréal.