Il rosso era il colore assegnato fin dagli anni venti alle automobili da corsa italiane in base ad un provvedimento disposto dalla istituzione che oggi conosciamo come FIA.
Mentre alle auto francesi venne assegnato il blu, alle statunitensi il bianco/blu, alle belghe il giallo, alle giapponesi il sol levante rosso in campo bianco e alle inglesi il verde, per citare le più importanti.
Il colore assegnato alla Germania ha una storia particolare, infatti inizialmente era il bianco per poi diventare grigio/argento.
La storia (o la leggenda) dice che l’origine del colore argento sarebbe dovuta all’espediente escogitato nel 1934 da Alfred Neubauer, direttore sportivo della Mercedes, il quale, in occasione di una gara disputata il 3 giugno 1934 sul circuito del Nurburgring, constatato che le W25 accusavano un peso superiore di 1 kg rispetto al limite massimo fissato a 750 kg, durante la notte antecedente la corsa fece raschiare la vernice bianca delle vetture, facendole così rientrare nel limite imposto.
In questo modo venne lasciata a vista la carrozzeria in alluminio lucidato, di colore argenteo, che ispirò la fantasia dei giornalisti e del pubblico, facendo nascere il nomignolo di “frecce d’argento”.
La nazionalità, e quindi il colore ad essa associato, non era determinata dal paese in cui il veicolo era costruito né dalla nazionalità dei piloti, ma da quella della scuderia che iscriveva il veicolo.
Ad esempio una Ferrari 156 iscritta e guidata da Olivier Gendebien, belga, al Gran Premio del Belgio del 1961 era verniciata di giallo, mentre le altre tre Ferrari Ferrari 156, iscritte dalla Scuderia Ferrari e guidate dagli statunitensi Phil Hill e Richie Ginther e dal tedesco Wolfgang von Trips, erano rosse.
Con l’avvento massiccio degli sponsor, che giustamente pretendevano di verniciare le auto con i propri colori, dal 1968 questa regola verrà abrogata.
Tuttavia la Ferrari, a differenza della maggior parte delle altre scuderie, volle mantenere il tradizionale rosso scegliendo opportunamente sponsor disposti a rispettare questa volontà fino al 1996, quando trovò nella Philip Morris (Marlboro) il partner ideale.
Da quel momento il rosso delle Ferrari destinate a gareggiare nella Formula 1 cambiò tonalità adeguandosi al rosso dello sponsor Marlboro e alle esigenze delle riprese televisive diventando un rosso più brillante, più vicino all’arancione, perché tale colore viene reso tramite le riprese televisive con una tonalità diversa, molto simile all’originale rosso corsa che tutti i telespettatori possono riconoscere.
Dunque nel tempo la tonalità del rosso è gradualmente passata dal rosso scuro (famoso come rosso Alfa) ad una tinta notevolmente più accesa, nota come rosso corsa.
Il Colore Giallo
In molti è ferma la convinzione che il colore ufficiale della Ferrari dovrebbe essere il giallo (e infatti spesso questo colore appare ufficialmente sulle berlinette della Ferrari; famosa è la 275 GTB); ma da quali circostanze è confortata questa convinzione?
La realtà è più semplice di quello che si crede; il giallo canarino che fa da sfondo al Cavallino Rampante nero nello scudetto Ferrari è il colore della città di Modena scelto da Enzo Ferrari in persona in onore della città che ospitò dal 1929 al 1943 la Scuderia Ferrari; solo nel dopoguerra la Scuderia si sposterà a Maranello.
Le Ferrari “americane”
Nel 1964 Enzo Ferrari, in polemica con la CSAI che non aveva omologato la 250 berlinetta Le Mans nella categoria Gran Turismo, fece iscrivere le proprie monoposto 158 alle gare americane (GP del Messico e GP Usa) sotto le insegne della NART di Chinetti (importatore della Ferrari per il Nord America) che, essendo statunitense, adottava i colori bianco/blu anzichè il classico rosso
Surtees su Ferrari 158 con il colori NART