L’ordine di arrivo ormai lo conoscete :
1) Hamilton
2) Rosberg
3) Alonso
4) Ricciardo
5) Vettel
6) Hulkenberg
7) Bottas
8) Raikkonen
9) Perez
10) Kvyat
Sostanzialmente nulla è cambiato, la solita gara noiosetta animata solo un poco allo start e da qualche rimonta, leggi Rosberg, causa una cattiva partenza.
Poi è tutto strategie, DRS e pit stop eccellenti (Alonso) e disastrosi (Massa).
Hamilton si conferma pilota sopraffino (da incorniciare il suo giro da pole su pista bagnata) ridimensionando un poco Rosberg che sicuramente avrà voglia di riscatto.
Voglia di riscatto che ci aspettiamo anche da Vettel; credo che non sia mai capitato ad un Campione del Mondo sentirsi impartire l’ordine di cedere il passo al compagno di squadra ma, peggio ancora, anche penalizzato da una stranissima strategia che lo ha portato ad essere superato anche da una Caterham.
Molte conferme sia nel campo dei piloti, Ricciardo, Hulkenberg, Kvyat e Bottas, sia nel campo dei team, Williams, Toro Rosso e Force India; delusione invece, dopo le buone prestazioni iniziali di Magnussen.
Qualche segnale di ripresa, almeno sul piano delle performance, dalla Lotus mentre continua il momento buio della McLaren.
Infine la Ferrari; dopo il 9° ed il 10° posto del Baharain Alonso ha conquistato il primo podio stagionale, addirittura illudendo per molti giri di poter tenere la seconda posizione.
Qualcuno avrà visto con gioia l’avvicendamento al vertice del team ed invece questo risultato pone un interrogativo sulla utilità delle improvvise dimissioni di Stefano Domenicali che, ieri, non ha potuto gioire di un traguardo importante che appartiene ancora alla sua gestione.
In realtà la buona prestazione della Ferrari è frutto di più concomitanze: sicuramente un buon lavoro dei tecnici, soprattutto sul software di colloquio tra le varie componenti della power unit, una ottima strategia ed un circuito che non richiedeva accelerazioni brucianti; aspettiamo la controprova alla prossima gara, il GP di Spagna, a Barcellona in Catalunja, l’11 maggio alle 14, circuito dalle caratteristiche più varie rispetto a quello cinese, dove aspettiamo anche una risposta di Raikkonen.
L’episodio più eclatante (ma forse sarebbe meglio dire sconcertante) è stato quello della “chequered flag” (bandiera a scacchi) data in anticipo. Sembrava di aver visto tutto in questa Formula 1 che è sempre più business, politica e spettacolo piuttosto che sport e tecnica.
Una Formula 1 che da un lato impone regole rigide ed assurde (licenza a punti, motori congelati, ecc) per poi scivolare in episodi da farsa, come in questo GP, quando inspiegabilmente il Direttore di gara alla fine del 54° giro ha sventolato la bandiera a scacchi con due giri di anticipo. E per fortuna (altrimenti sai le polemiche) dell’errore ha beneficiato solo Bianchi nelle retrovie.
Ma pensate cosa si sarebbe scatenato se Ricciardo, negli ultimi due giri, quelli cancellati come da regolamento, avesse superato Alonso.
Infatti i commissari della F.I.A. sono stati costretti a rivedere l’ordine d’arrivo, considerandolo valido al giro 54 invece che al 56° applicando l’articolo 43.2 del Regolamento Sportivo FIA Formula One, che recita: “ Per qualsiasi motivo il segnale di fine gara sia dato prima che la vettura di testa abbia completato i giri previsti, o che il tempo prescritto sia terminato, la gara verrà considerata conclusa quando la vettura di testa ha tagliato il traguardo per l’ultima volta prima che fosse dato il segnale”.
La classifica piloti dopo 4 gare:
1) Rosberg 79
2) Hamilton 75
3) Alonso 41
4)Hulkenberg 36
5) Vettel 33
6) Ricciardo 24
7) Bottas 24
8) Button 23
9) Magnussen 20
10) Perez 18
Fra i costruttori, con 154 punti, la Mercedes ha già un imbarazzante vantaggio di 97 punti su Red Bull, 100 su Force India e 102 su Ferrari …. e siamo solo alla quarta di campionato.