Figli d’arte negli sport motoristici ce ne sono stati in tutte le epoche, spesso hanno ripetuto le gesta dei genitori ma, prima del 1996, mai si era verificato che entrambi avessero conquistato il titolo di Campione del Mondo di Formula 1.
Se qualche appassionato volesse andare a spulciare l’Albo d’Oro della Formula 1 troverebbe un terzo Hill Campione del Mondo nel 1961 con la Ferrari; questi però era un americano senza nessun rapporto di parentela con gli Hill inglesi.
Il padre Graham nacque ad Hampstead il 15 febbraio del 1929, ha conquistato 2 Campionati del Mondo di Formula 1, nel 1962 con una BRM e nel 1968 con una Lotus.
E’ stato l’unico pilota ad aver ottenuto la Triple Crown (500 Miglia di Indy, 24 ore di Le Mans, Mondiale di Formula 1) ed è stato per molti anni detentore del record di vittorie, cinque, a Montecarlo.
Ha disputato 18 stagioni in Formula 1.
Suoi avversari in Formula 1 sono stati Chris Amon, Giancarlo Baghetti, Lorenzo Bandini, Jean Pierre Beltoise, Jack Brabham, Tony Brooks, Jim Clark, Richie Ghinter, Dan Gurney, Phil Hill, Dennis Hulme, Jacky Ickx, Bruce Mc Laren, Stirling Moss, Clay Regazzoni, Jochen Rindt, Jo Siffert, Jackie Stewart, John Surtees, Wolfang von Trips.
Nel 1954 lesse una pubblicità che offriva la possibilità di girare a Brands Hatch per cinque scellini. Debuttò così al volante di una Cooper di Formula 3 (motore Norton Manx 500) e da quel momento si dedicò alle corse automobilistiche. Poco dopo fu assunto dalla Lotus come meccanico, ma ben presto fu promosso al ruolo di pilota. Disputò la sua prima gara di Formula 1 al Gran premio di Monaco nel 1958.
Nel 1960 passò alla BRM con cui conquistò il suo primo titolo nel 1962.
Nel 1966 conquistò il catino di Indianapolis vincendo la 500 miglia alla guida di una Lola Ford.
Il 1967 registra il suo ritorno alla Lotus con la quale, nel 1968, vinse il suo secondo titolo.
Dopo un periodo avaro di risultati lasciò la Lotus per la Brabham con cui gareggiò nel 1971 e nel 1972.
Fu ingaggiato anche dalla Matra con la quale, in coppia con Pescarolo , vinse la 24 ore di Le Mans del 1972.
Nel 1973,con il supporto della Imperial Tobacco, fonda una propria squadra di F1, la Hembassy Hill.
Inizialmente furono utilizzati telai Shadow e Lola per poi dedicarsi, nel 1975, allo sviluppo di un telaio di propria costruzione ispirato a quello della Lola. In quella stessa stagione Hill fallisce la qualificazione al “suo” Gran Premio di Monaco e decide perciò di ritirarsi dall’attività di pilota, per concentrarsi sulla gestione della squadra sostenendo la carriera del proprio pupillo Tony Brise.
Ma il 29 novembre del 1975, di ritorno dal circuito francese del Paul Ricard, l’aereo pilotato da Hill si schiantò in un campo da golf a nord di Londra. Insieme a Hill morirono il team manager Ray Brimble, i meccanici Tony Alcock e Terry Richards, il pilota Tony Brise e il progettista Andy Smallman.
Il figlio Damon nasce a Londra il 17 settembre 1960, quando il padre morì lui aveva appena 15 anni.
In Formula 1 vince 22 Gran Premi e conquista il titolo nel 1996.
Debutta nel mondo dei motori relativamente tardi; partecipa a gare motociclistiche dal 1979 al 1984 vincendo una quarantina di gare con una Yamaha TZ 350.
Passato alle 4 ruote nel 1984 partecipa a gare di Formula Ford per passare poi alla Formula 3 inglese con risultati modesti; il suo miglior risultato fu il secondo posto nel prestigioso Gran Premio F.3 di Macao del 1988. Tra il 1988 ed il 1991 è in Formula 3000, i risultati sono ancora modesti.
Nel 1991 viene assunto come collaudatore dal team Williams-Renault di Formula 1.
Il debutto in gara avvenne però al volante di una Brabham nel Gran premio di Gran Bretagna del 1992 in sostituzione di Giovanna Amati.
Nel 1993 Mansell lascia la Williams per andare a gareggiare negli USA; ne “beneficia” Damon Hill che viene promosso a seconda guida del team; prima guida sarà Alain Prost. Non potendo correre con il numero 1, riservato al campione del mondo in carica, gli viene assegnato il numero di gara 0 (zero), quasi a rimarcare una immeritata promozione.
Vince il suo primo Gran Premio in Ungheria, seguito da altre 2 vittorie, in Italia e in Belgio e conclude il campionato al terzo posto, dietro Alain Prost e Ayrton Senna.
Nel 1994 arriva alla Williams Ayrton Senna in sostituzione di Alain Prost che aveva deciso il ritiro dopo la conquista del titolo; per questo motivo ad Hill viene confermato il numero di gara 0. Con la tragica morte di Senna la Williams ripose tutte le sue speranze sull’inglese per controbattere Schumacher e la sua Benetton.
Dopo alterne vicende i due rivali si presentarono alla gara finale in Australia divisi da un solo punto. Schumacher dominò la prima parte del Gran Premio davanti ad Hill, fino a quando, al 35º giro, il tedesco uscì di pista danneggiando irrimediabilmente la sospensione destra. Nello stesso momento sopraggiungeva Damon Hill, che alla curva successiva lo attaccò: ci fu un contatto che causò il ritiro di entrambi. Il mondiale si chiuse tra le polemiche con Schumacher campione con 92 punti e Hill secondo a 91.
Nel 1995 iniziò la stagione con 2 vittorie in Argentina e San Marino, ma poi iniziò una serie di errori e di sfortune che lo relegarono quasi sempre dietro a Schumacher che dominò la stagione. Fu una stagione difficile dal punto di vista psicologico durante la quale Hill manifestò fragilità nel gestire la sua rivalità con Schumacher: spesso gli venivano rivolte forti critiche per i suoi errori e quando invece vinceva il merito veniva attribuito alla superiorità della Williams.
Nel 1996 approda in squadra Villeneuve; Hill dominò la stagione con 8 vittorie, 10 podi e 97 punti e coronò il sogno di diventare Campione del Mondo, emulando il padre a distanza di 28 anni.
Nel 1997 non rinnovò il contratto con la Williams e si accasò con la Arrows-Yamaha senza però cogliere grandi risultati a causa della scarsa competitività della macchina con la quale conquistò un solo podio.
Nel 1998 passò alla Jordan-Mugen, con la quale conquistò il GP del Belgio. Rimase alla Jordan anche nel 1999 con scarsi risultati, alla fine della stagione ormai demotivato, abbandonò le corse.