L’Harley Davidson, che per impostazione di marketing può sicuramente essere paragonata alla Ducati, ha capito che le esigenze dei motociclisti sono cambiate e ha avviato la propria strategia di downsizing presentando la STREET in versione 500 e 750 e che dovrebbe avere un listino contenuto, entro gli 8000 euro nella versione da 750 cc.
I giapponesi ancor di più hanno capito le nuove tendenze di mercato e, in particolare Honda e Yamaha, hanno presentato all’EICMA molte novità in linea con le nuove mode; anche altri costruttori hanno avviato strategie di prodotto indirizzate in questo senso, solo Ducati sembra ferma sulle proprie posizioni.
Non vorrei che nella seconda metà di questo decennio dovesse ripetersi la debacle degli anni ’70 quando, per opera della emergente industria giapponese, si verificò quasi l’estinzione delle maggiori industrie europee, italiane ed inglesi in particolare, che anche allora non seppero interpretare le mutate richieste del mercato.
Ritengo utopistica la scelta della Ducati di volersi proporre come la Ferrari a due ruote; come ho già detto più volte sono due mondi diversi, le cifre in gioco sono ben differenti e di conseguenza anche la clientela.
Credo inoltre che la filosofia delle due clientele sia sostanzialmente differente: la Ducati si compra prevalentemente per passione, per sé stessi, spesso controcorrente rispetto alle preferenze di una maggioranza.
Mentre la Ferrari, al contrario, si acquista anche per uno status, per gli altri, per dire “ho il Ferrari” ovvero sono arrivato!
Con questa strategia per adesso in Italia la Ducati ha piazzato poco più di 4000 moto/anno e non credo sia solo effetto della crisi. Il discorso è che la moto, anche quella di gamma alta, è pur sempre un prodotto di largo consumo.
Con i limiti normativi, i costi di gestione e l’intensità del traffico odierni, moto da oltre 150 CV, si possono usare solo in pista o semplicemente per sfoggiare dei dati tecnici seduti al tavolino del bar.
Le mie sono opinioni del tutto personali, ovviamente non sono un esperto di marketing, ma sono portato ad insistere sull’argomento, perché temo per il futuro della “mia” Ducati.
Personalmente darei un’interpretazione diversa al concetto di prodotto”premium“: “qualità del prodotto e post-vendita ai massimi livelli di eccellenza.”