Per farci spiegare come e cosa guardare in un capo protettivo in pelle, siamo andati a chiedere informazioni proprio da chi, da anni, produce questo tipo di abbigliamento con le proprie mani. Nella provincia padovana entriamo in un laboratorio chiamato Speed dove Fabrizio Fracasso, il titolare, ci rende partecipi della sua esperienza iniziata anni fa producendo tute per i piloti sponsorizzati da grossissimi marchi veneti, e che continua oggi con una linea tutta sua.
Qualità del pellame, come riconoscerne uno buono da uno scarso?
Fabrizio Fracasso:
“E’ una cosa molto difficile se non impossibile valutare al tatto un pellame, innanzitutto possiamo dire che pesante non significa sicuro, la parte migliore della pelle ovvero il pieno fiore (o nappa) è morbido e abbastanza leggero, al contrario la crosta è più rigida e pesante ma non più resistente.
Lo spessore utilizzato nei capi odierni è di 1,2-1,4 mm per i capi in pelle di vitello, invece cambia si riduce a 0,8 per la pelle di canguro che vanta migliori caratteristiche meccaniche, solo nei soffietti elasticizzati si usa una pelle più sottile e morbida ma la sua forma e l’elasticità ne consentono comunque un adeguata protezione.
A questo si unisce un altro aspetto, lo sbiancamento del pellame, infatti può avvenire con tecniche naturali più lunghe e costose ma al tempo stesso che non alterino la qualità della pelle o possono essere svolte con metodi chimici, rapidi ed economici ma che oltre ad alterare il pellame rischiano di creare problematiche di natura allergica al contatto con la pelle umana.
Il colore non varia la resistenza ma le vernici applicate possono essere più o meno resistenti all’abrasione quindi apparire diversamente a livello estetico in seguito ad una scivolata. La foratura della pelle, se non troppo ampia e intensa, comporta un decadimento trascurabile delle caratteristiche di resistenza, ma peggiorano la resistenza della vernice.”
Come si fa allora a capire quali pelli sono affidabili?
Fabrizio Fracasso:
“Tutte le concerie italiane forniscono della apposite certificazioni che riportano svariati valori quali la resistenza a strappo, abrasione, taglio ecc, sia con pelle asciutta che con pelle umida, infatti da bagnata perde circa il 50% della propria resistenza. (per fortuna quando piove anche l’attrito tra asfalto e pelle è minore n.d.r.).
Al contrario con le pelli estere spesso è difficile avere le stesse certificazioni quindi sebbene costino anche sensibilmente meno non costituiscono un alternativa per un artigiano.”
Le cuciture sono il vero punto debole delle tute?
Fabrizio Fracasso:
“lo sono potenzialmente ma se si fanno a regola d’arte non creano problemi. tutte le cuciture che si vedono all’esterno e quindi soggette ad abrasione devono avere la sola funzione estetica e non il compito di tenere insieme due lembi di pelle sotto la quale si trova la pelle del pilota. per queste altre vanno eseguite delle doppie cuciture nascoste che quindi non sono esposte ad abrasione, in più si utilizza un filo in nylon doppio ritorto ovvero attorcigliato 2 volte per aumentarne la resistenza. E’ importante anche il tipo di “punto” da eseguire che deve essere fitto ma al tempo stesso non deve generare fori troppo vicini sulla pelle, indebolendola.”
Quindi è visibile una cucitura buona da una meno?
Fabrizio Fracasso:
“Solo in minima parte, ma per vedere se sono cucite ad arte bisogna smontarle, cosa impossibile per il cliente a meno che non le possa vedere in fase di costruzione.”
Le cerniere
Fabrizio Fracasso:
“Ormai si usano solo cerniere a spirale che sono estremamente resistenti e se perdono un dente non si aprono, quelle metalliche venivano usate molto per unire le divisibili ma sono ormai state abbandonate mentre quelle in plastica con i denti singoli sono proprio molto scarse.”
Protezioni dagli urti
Fabrizio Fracasso:
“Le protezioni CE solitamente appaiono al tatto come morbide e non rigide, hanno un interno in materiale morbido con memoria antishock ed uno strato esterno leggermente più rigido. Se si prende un capo e si preme su una spalla o un gomito deve piegarsi.
Queste protezioni sono fondamentali nelle spalle, nei gomiti e nelle ginocchia, mentre per i fianchi è utile usare degli strati di materiale morbido antishock.
Le protezioni esterne vitando così che il pilota inizi a rotolare durante la caduta o che le protezioni interne si spostino, oltre ovviamente a fornire un ulteriore protezione sia contro gli impatti che contro le abrasioni nei punti critici. Qui le scelte sono svariate e sono influenzate molto anche dal marketing. Esistono vari materiali, ti tipo plastico (economico), acciaio (ma con l’abrasione diventavano taglienti e pericolose), in fribra etc etc.
Noi ad esempio usiamo il titanio che non ha il problema di diventare tagliente e da un certo prestigio alle nostre tute.”
Il tessuto elasticizzato
Fabrizio Fracasso:
“Questo componente è arricchito di kevlar, materiale molto resistente e costoso, per dare un idea il prezzo al metro quadro è più alto della pelle di canguro, per questo spesso fa la differenza tra un capo economico e uno costoso, infatti non è resistente quanto la pelle e il suo utilizzo va ben studiato, ma da confort e mobilità al pilota e consente di usare un capo più stretto con conseguente miglior adesione della pelle e delle protezioni che ne aumentano notevolmente l’efficacia.”
Le certificazioni dei capi
Fabrizio Fracasso:
“Purtroppo negli ultimi anni sono entrati nel settore molto produttori di altri paesi senza un’esperienza e una cultura in questo ambito e ciò ha portato ad avere nel mercato svariati capi scadenti. Ora esiste la certificazione ma è molto costosa, ogni modello va certificato con costi che per i numeri di un artigiano come me sono proibitivi e inciderebbe in modo molto pesante sul cliente e sono certo che un capo fatto bene non ha nessun problema a superarla. Io preferisco far vedere come lavoro, chi viene da me può vedere come ogni componente è certificato e di qualità e può vedere con i propri occhi la qualità della manodopera specializzata.”
Un consiglio per chi deve acquistare una tuta?
Fabrizio Fracasso:
“Comprate italiano e non guardate ai prezzi più bassi dei paesi dell’est, sotto la tuta c’è la vostra pelle e le vostre ossa che valgono ben più di poche centinaia di euro.”
Aggiungo io un cenno sulle tute Speed, infatti la mia conoscenza con Fabrizio è iniziata come cliente tramite un passaparola e sono arrivato direttamente al suo laboratorio. Mesi fa acquistai da lui una tuta fatta su misura completa di tutti gli accessori e al primo utilizzo da buon dedito tester l’ho messa a dura prova con una scivolata ad andatura sostenuta su asfalto molto abrasivo, una delle condizioni peggiori per una tuta!
Il risultato è stato un grande spavento ma nemmeno un graffio o una botta sulle zone coperte dalla tuta. Per lei le conseguenze sono state maggiori, le protezioni esterne sono segnate e danno bene l’idea dei colpi che hanno assorbito, la pelle è strisciata un po ovunque ma è ancora perfettamente utilizzabile e Speed con una spesa assolutamente conveniente ha sostituito le zone più colpite per avere nuovamente la protezione iniziale.
Ringrazio la disponibilità di Fabrizio Fracasso nell’averci dato preziosi consigli per l’acquisto di una tuta tecnica in pelle.