Sta per partire una nuova stagione per tutti gli appassionati di due ruote, e inizia la ridda delle valutazioni tecniche… da bar! Ho imparato a mie spese a non intromettermi mai più nelle classiche discussioni, in cui vedo chiunque capace di diventare una sorta di capotecnico da MotoGp con l’esperienza di Burgess e Kanemoto messi insieme, grazie a due semplici ingredienti: una bella sedia (stabile) ed un boccale colmo di birra.
Come sempre si sente parlare di gomme, di motori, telai, sospensioni e forcelle, oli benzine, componenti, elettronica; insomma, chi più ne ha più ne metta. Tutto questo mi ha riportato alla mente che la centralina più importante e sicuramente più difficile da mettere a punto, che sia per una sola gara od una stagione intera è proprio lei: la mente del pilota!
E spesso, dico molto spesso, è proprio il pilota stesso a dimenticarsi della somma importanza di questo preziosissimo elemento. Da anni il sottoscritto, insieme ad esperti di Cortical Fitness ® cerca di trasmettere un messaggio di estrema importanza, ovvero quanto tempo dedica il pilota alla sua preparazione mentale?
Parlo anche per gli appassionati che praticano il motociclismo a livello amatoriale o dilettantistico, che spesso vedo impegnati in frenetiche sessioni di palestra a preparare bicipiti e quadricipiti, tutti hanno una cura maniacale della loro preparazione fisica!
Anche l’abbigliamento e tutta l’attrezzatura sono soggette a continue attenzioni, come quelle ovviamente destinate alla moto, a cui si dedicano tempo, energie e moneta sonante per dare un “upgrade” al mezzo tramite la sua elaborazione nelle varie componenti.
Negli ultimi anni, fortunatamente c’è stata almeno una buona presa di coscienza che essere autodidatti con il motociclismo, ha poca convenienza, e sono molti coloro che comprendono che fare un bel corso di guida (di ogni genere, sia sicura che pista) è un bel risparmio di tempo e denaro per migliorare le proprie capacità, sicurezza e prestazioni.
Ma ricordatevi che a controllare tutto, ci pensa sempre lei, quella sofisticatissima centralina che chiamiamo cervello, che spesso gioca brutti scherzi.
Gli esempi sarebbero infiniti, ma molte volte, crolli prestazionali in picchiata nell’arco di pochissimo tempo, o al contrario un’esplosione del nuovo fenomeno, non sono altro che regali della nostra centralina tuttofare.
Come dimenticare l’eclatante caso di un supercampione come Manuel Poggiali, che fisicamente più in forma che mai, ha visto un tracollo tale delle sue prestazioni, tale da portarlo giovanissimo a ritirarsi dalla scena mondiale senza che nemmeno lui ne comprendesse il perché?
O piloti che vincono una gara mettendo in luce una superiorità impressionante che fino a pochi minuti dallo start nemmeno loro sapevano di possedere?
Ebbene io molte risposte le ho trovate grazie ad Angelo Conti, creatore del Cortical Lab ®, ed esperto di medicina Corticale, ovvero la parte esterna e primordiale del nostro cervello (so già che lui inorridirà leggendo questa mia “definizione”).
Sono convinto di dover molto al fortuito incontro che ebbi con lui qualche (circa 9) anno fa quando mi propose di testare il suo i-Bite.
Io il bite non l’avevo mai usato e lui mi presentò il suo prodotto attribuendogli delle proprietà che mi vennero descritte come delle piccole magie… Io da buon collaudatore (immodesto) quale sono, ho provato per un intero weekend questo nuovo aggeggio, del quale sinceramente non rilevai assolutamente nessuna proprietà benefica, esclusione fatta per il sollievo avuto da un leggero miglioramento della mia respirazione, dovuta alla miglior umidificazione che spesso mi risulta difficoltosa per via delle deviazioni (grazie alle arti marziali) di cui il mio naso abbonda.
Ebbene, lo adottai e l’iBite diventò un’abitudine, finché un giorno successe un episodio che mi fece cambiare idea su molte cose che avevo sostenuto; da allora, tutti coloro che corrono in pista “per me”, vengono OBBLIGATI dal sottoscritto ad usare questo attrezzo che ormai mi è divenuto indispensabile. Cosa era successo di tanto importante da farmi cambiare idea? Semplice… ho capito a cosa serviva l’i-Bite dopo averlo dimenticato a casa!