Ogni pilota amatoriale italiano ha sognato almeno una volta di solcare cordoli esteri e magari in quel periodo dell’anno in cui nel nostro Bel Paese solitamente le moto sono sui cavalletti in attesa della riapertura stagionale. Noi siamo andati a visitare il bellissimo Circuito di Valencia, teatro della sfida finale della MotoGP che ha visto laurearsi Campione del Mondo il giovanissimo Marc Marquez, per questa volta solo come report e non come pilota, ma a breve vi racconteremo anche quest’altra avventura.
Il Circuito Ricardo Tormo di Valencia si trova a circa 20 chilometri dalla provincia spagnola, a pochi minuti dalla città di Cheste e ad una decina di chilometri dall’aereoporto, che è facilmente raggiungibile dalle principiali compagnie aeree low-cost. Intorno al circuito non ci sono molti servizi, sembra di stare al Misano World Circuit Marco Simoncelli ma senza tutte le case attorno, quasi una landa desolata e appena si arriva alla rotonda che porta all’ingresso principale ecco che ci appare la statua commemorativa di Ricardo Tormo (campione spagnolo che vinse due titoli mondiali ma che nel 1998 morì di leucemia a soli 46 anni, n.d.r.).
Entriamo facilmente dentro l’autodromo (senza dover pagare nulla) e notiamo che, nonostante manchino due settimane all’evento finale della MotoGP, infervorano i preparativi per allestire il Paddock.
Abbiamo anche la fortuna di aver trovato una giornata di prove libere moto ed andiamo subito a fare una passeggiata davanti ai box per vedere le differenze, se mai ce ne fossero, tra Italia e Spagna.
Subito ci salta all’occhio che non c’è alcuna tendopoli nel paddock mentre i box sono affollati di motociclisti (forse perché in Spagna i box costano molto meno che in Italia?).
Dopo questo primo assaggio lato Paddock ci spostiamo lato pista, anche perché fino a questo momento il tracciato è a noi ancora sconosciuto.
Arrivati in Pitlane notiamo subito una cosa che anche a livello di pista riusciamo a vedere praticamente tutto il tracciato. Bello, il primo impatto ci piace.
Ci mettiamo quindi al muretto box a vedere le moto sfrecciare e, sarà anche la posizione molto spostata al punto di staccata, ci sembra che le moto arrivino ad una velocità molto elevata. Vediamo di prendere qualche tempo di riferimento e notiamo che alcuni girano anche in 1.52/1.53 che non ci sembra male (la MotoGP sta sul 1.30 circa), ma scopriamo dopo, quando andiamo a chiedere informazioni all’organizzatore, che quelli che stavano girando erano gli “Intermedi”. Figuriamoci i “Veloci”…
Ci dirigiamo quindi al box dell’Organizzatore posizionato in corrispondenza dell’ingresso pista, ma non c’è nessuno se non una ragazza che sta sistemando in una cartellina i documenti dei partecipanti. Dopo un po’ arriva il titolare (che riconosciamo solo grazie alla camicetta sponsorizzata) e cerchiamo di intavolare un dialogo in inglese che finisce prima di iniziare dato che il signore parla solo spagnolo.
Nel nostro mix italgnolo cerchiamo di chiedere spiegazioni su come si struttura la giornata ma, anche perché impegnato con alcuni ragazzi che chiedevamo spiegazioni sui tempi fatti registrare dai transponder (anche in Spagna utilizzano la modalità di giornata di divisione in categorie con transponder), ci liquida con poco dicendoci che sul loro sito troviamo tutte le informazioni che ci possono interessare. Ed effettivamente è così, sito ben dettagliato e ben consultabile.
Cerchiamo prima un punto ristoro che, purtroppo, era chiuso e con i 30° a fine ottobre non riusciamo a trovare nulla, neanche una macchinetta automatica per prendere qualcosa da bere. Oltre a ciò notiamo un’altra grave mancanza: il distributore di benzina. Sembra quasi di stare a Imola dove però, avendo la città appena fuori, ti permette di avere tutto più o meno a portata di mano. Questi due aspetti sono da tenere in considerazione in caso di trasferta dato che ci si dovrà munire di apposite taniche e borse frigo.
Saliamo quindi sugli spalti della tribuna principale e quando ci affacciamo dal lato del circuito vediamo subito una cosa mai vista fino ad ora nei più blasonati circuiti italiani: riusciamo a vedere ottimamente tutto il traccaito, dalla prima all’ultima curva. E lo stesso dovrebbe essere dagli spalti opposti in quanto il circuito è fatto in modo di permettere a tutti quanti di seguire l’intero svolgimento di una gara (SPETTACOLO!)
Il tracciato non ci sembra male, anzi, ed è anche molto variegato, oltre che veloce. Prendiamo qualche tempo di riferimento (questa volta del turno “Veloci”) e scegliamo una BMW. Il pilota ci sorprende segnando diversi 1.43/1.44 di fila che ci fa pensare che quello sia un bell’amatore veloce, ma del resto vederlo passare sul dritto diverse moto e infilarsi in curva gomito a terra forse ce lo fa accumulare più a qualche pilota in allenamento che ad un vero amatore.
Terminiamo la nostra presenza facendo un ultimo passaggio nel Paddock dove vediamo dei camion che stanno scaricando delle auto “conosciute”: il giorno dopo ci sarebbero stati dei corsi auto alla guida di bolidi italiani del calibro di Ferrari e Lamborghini. Beati davvero i fortunati partecipanti!
Alla fine dei conti il Circuito Ricardo Tormo di Valencia è promosso quasi a pieni voti (non raggiunge il massimo solo per la mancanza di alcuni servizi nel Paddock), e contiamo di aggiungere un report più “motoristico” quando avremo l’opportunità, si spera a breve, di provarlo di persona in sella alle nostre moto.