Yamahisti e non, la aspettavano da tempo e finalmente è arrivata!
La terza stella della famiglia MT, stavolta a tre cilindri e 847cc.
Dopo la bestiale MT-01 e la supercompatta motard MT-03, Yamaha decide di metter mano alla penna con l’intenzione, di nuovo, di non proporre una moto, ma uno status symbol.
Creare aspettativa e lasciare intravedere qualcosa di nuovo è una politica di marketing che non ha mai fallito e così è stato per la nuova tre cilindri, ma nessuno si aspettava un cambio di rotta così evidente.
La nuova MT-09 non riprende nulla della FZ8, neanche il motore. E’ una motard minimalista, semplice ma originale, nuda ma vestita di dettagli da foto macro!
Al contrario della diretta competitor, la Z800, il centro stile Yamaha decide di lasciar a casa gli appassionati di manga e convocare ad Iwata i vettoriali! La MT-09, a qualcuno, può far storcere il naso adducendole nessuna soluzione stilistica innovativa per una moto che non mette in risalto nulla. Beh, per questo prima vi parlavo di foto macro, le chicche stilistiche della MT vanno ricercate nei dettagli, di cui parleremo tra un po’…
Il cuore della MT-09 è un tre cilindri da 847cc, non è lo stesso della FZ8 come vi dicevo e in più, anzi in questo caso è bene dire “in meno”, è più snello e leggero di 10kg per un totale di 60kg. L’unica soluzione presa da altro modello è l’albero motore a croce, montato su R1, che permette ancora più coppia ai bassi.
Il rapporto di compressione è di 11,5:1 con coppia massima di 87,5 Nm a 8.500 giri, capace quindi di erogare 115cv, per nulla pochi se si pensa che la moto in ordine di marcia pesa 188 kg, 41 kg in meno della Z800 e 33kg in meno della FZ8. Un’altra moto quindi, comprensibilmente.
Tra un pit-stop e l’altro potrete piegare con la vostra MT-09 per almeno 270km ( Capacità serbatoio 14,6 litri).
La MT-09 non si dimostra minimal nella gestione dell’elettronica, o almeno lo è in parte. Se la frizione ha ancora il caro vecchio filo (che per strada si può sempre riparare!), l’acceleratore invece è elettronico (YCC-T). E’ possibile gestire l’erogazione e la potenza del motore attraverso il selettore di mappe sul manubrio, ce ne sono 3: la STD (Standard è l’intermedia), la A spinge la schiena più in basso rendendo aggressiva la risposta del gas e la B è la classica da touring, pacata.
Il telaio, oltre ad essere parte integrante del design, è molto leggero: solo 10kg; è formato da due parti pressofuse in alluminio. Il forcellone ha i bracci asimmetrici per dare spazio, sulla destra, allo scarico molto simile alla terza generazione della Honda Hornet. Rispetto alla sua sorellina MT-03 (oramai fuori listino ma è possibile proprio per questo trovare ottime offerte), all’anteriore troviamo forcelle con steli rovesciati regolabili in estensione e pre-carico, e al posteriore, invece, come da tradizione, c’è una sospesione meccanica disposta quasi orizzontalmente e regolabile in pre-carico e ritorno della molla fino a 130mm.
Per placare questa bestiola dall’indole cattiva e dallo scatto un po’ on-off, ci pensano due dischi, entrambi flottanti: all’anteriore da 298mm e al posteriore da 245mm abbinati a pinze radiali.
I cerchi sono in alluminio ed hanno una misura interessante: anteriore 120/70ZR17 e al posteriore 180/55ZR17.
La tre cilindri sembra promettere molta agilità grazie allo snellimento del motore e del telaio e alla notevole quantità di cavalli a disposizione. Continua ad alzarsi in 3a marcia e da una moto di questa categoria è un ottimo biglietto da visita. La postura in sella vi da la possibilità di sedervi non “sulla” moto ma “nella” moto, siamo a metà tra motardona e naked, il che vi permette, col manubrio più rialzato, di aver pieno controllo sulla vostra Yamaha. Unico neo è l’effetto on-off (cioè apri e chiudi) del gas con mappatura Standard e A, ma ad alcuni piace, quindi più che un neo potrebbe essere una qualità.
Il motore dà il meglio di se dai 5000 giri a 7500 giri, ma già dai 4000 comincerete sensibilmente a ballare…
Per quanto riguarda il design, si sa, i gusti sono soggettivi ma alcuni dettagli sono veramente curati.
Lo stop posteriore è incassato nella fine linea del codone posteriore, quindi senza aggiungere appendici stramboidi o alette disdicevoli (vedi XJ-6). Il faro è particolare ma non è per nulla ricercato mentre trovo particolare il trattamento dei bulloni e delle parti in alluminio su manubrio e su altre parti in pieno stile Drift satinato o black matt, come vi piace di più. In ultimo, noterete con un po’ più di attenzione che il quadro strumenti, oltre ad essere volutamente minimalista, come tutta la moto, è posizionato stranamente sul manubrio, leggermente a destra, e non sul faro. Quel tocco di inaspettato e asimmetrico a cui è difficile abituarsi e forse, proprio per questo, dannatamente bello!
Per chi deciderà di acquistarla è possibile personalizzarla con 2 pacchetti optional. Lo Sport comprende schermo fly fumè, porta targa, frecce a LED e protezioni del telaio per un prezzo di 430,40 euro IVA inclusa. E il Touring comprende il kit borse laterali morbide con telaietto, la borsa serbatoio da 15/22 litri con sistema di fissaggio al tappo del serbatoio, il supporto GPS o iPhone e la presa 12V per un prezzo complessivo di 491,20 euro IVA inclusa.
La MT-09 costa 7.890 euro nelle colorazioni Matt Grey e Race Blu e con un sovraprezzo di 100 euro Deep Armor e Blazing Orange.
Non vi resta che aspettare l’open week end Yamaha dedicato del 4-6 ottobre per poter testare la vostra futura moto! Troppo ardito? Starete a vedere…